John Logan, nato a San Diego nel 1961, è uno sceneggiatore e produttore statunitense di origini
irlandesi. Agli inizi della sua carriera fu un autore teatrale di successo, per poi dedicarsi quasi esclusivamente alla
sceneggiatura per il cinema.

Uno dei suoi primi lavori fu RKO 281- La vera storia di quarto potere, si avvicina poi a registi come Ridley Scott (per il quale sceneggia Il Gladiatore e successivamente, nel 2017, Alien Covenant), Martin Scorsese (nel 2004 lavora alla magistrale opera The Aviator) e Tim Burton, nel 2007, per il film Sweeney Todd- Il diabolico barbiere di Fleet Street.

Nel 2013 viene annunciata dalla Showtime l’arrivo di una serie TV diretta da Juan Antonio Bayona,
scritta da John Logan, con produttore esecutivo Sam Mendes, con cui Logan aveva già collaborato l’anno precedente, per la realizzazione di Skyfall. Il presidente di Showtime, David Nevis, aveva affermato che Londra sarebbe stata la location principale, una Londra al volgere del secolo.

A Marzo di quello stesso anno iniziano le riprese di Penny Dreadful, la maggior parte svolte in Irlanda, nei dintorni di Dublino, con un cast stellare: Eva Green nei panni della protagonista Vanessa Ives, Timothy Dalton nel ruolo di Sir Malcom Murray, Josh Hartnett per il personaggio di Ethan Chandler. Harry Treadaway nei panni del dr. Victor Frankenstein, Billie Piper con una doppia interpretazione di Brona Crof e la creatura Lily Frankenstein, Rory Kinnear nel ruolo della creatura di Frankenstein, Helen McCrory interprete di Evelyn Poole e Patti Lu Pone per il ruolo di Joan Clayton e Florence Seward.

La serie, dato il grande successo riscosso, viene rinnovata fino alla terza stagione, nel 2016, quando John
Logan stesso, ideatore e scrittore di Penny Dreadful, ne annuncia l’interruzione.

“La decisione è stata presa qualche tempo fa, lo show per me è sempre stato Vanessa Ives e la sua lotta con la fede. Sapevo che, prima o poi sarebbe arrivata ad un punto di apoteosi, dove avrebbe dovuto accettare il suo Dio o negarlo. (…) Eva Green è la mia musa per questo show e Vanessa Ives è la mia musa per questo spettacolo. La sua storia doveva finire esattamente come è finita per me. Avrei voluto continuare a raccontare la sua storia per altri 10 anni? Sì, ma quello sarebbe stato un atto di malafede. La Lotta di Vanessa doveva finire in pace. E per quanto io amo gli altri personaggi e gli altri attori e questo show, il fulcro di esso era sempre Vanessa Ives.”

John Logan

Penny Dreadful vince complessivamente 6 premi: un Critic’s Choice Television Award come una delle
serie TV più promettenti, due Satellite Award, miglior serie Tv e miglior attore non protagonista per
Rory Kinnear, un IGN Awards per Eva Green come miglior attrice protagonista in una sere TV, e due
BAFTA, come miglior colonna sonora (a firma di Abel Korzeniowski), e miglior trucco.

In un intervista Sam Mendes dichiara: “It rediscovers some of the great myths of gothic fiction.

Il titolo della serie, infatti, fa riferimento alle pubblicazioni settimanali, chiamate appunto penny dreadful, originarie della cosiddetta Victorian era, che videro la loro principale diffusione nel Regno Unito. Questi prodotti editoriali, chiamati anche penny blood o penny horrible, vengono considerati i precursori del genere pulp, insieme ai feuilleton francesi e ai romanzi d’appendice italiani. Si proponevano come letteratura per le masse e hanno contribuito a far diventare il romanzo gotico popolare, favorendo l’ingresso della letteratura tra la popolazione meno abbiente. Le storie narrate, di genere horror e thriller, erano quindi brevi, così da permettere di essere lette nella pausa lavorativa.

Il nome significa letteralmente “spaventi da un penny”, a indicare non solo il prezzo ma anche la scarsa qualità della pubblicazione, accompagnata spesso da illustrazioni volte principalmente a enfatizzare la sensazionalità delle opere. Nonostante la loro bassa levatura influenzarono importanti scrittori dell’epoca, come Stevenson, e alcuni personaggi sono stati ripresi in epoca moderna, come il barbiere Sweeney Todd.

John Logan in un’intervista, a risposta ai tanti che gli chiedevano il perché della scelta del titolo, ha ammesso che, viste le caratteristiche della storia e le tipologie di personaggi, “what I’m writing is a sort of a penny dreadful”.

La serie, ambientata nella Londra vittoriana di fine secolo, è carica di riferimenti letterari dell’epoca, non solo grazie alla presenza di personaggi iconici come il dottor Frankenstein, Dorian Gray, Van Helsing e Dracula, ma anche per le molte citazioni a importanti autori e poesie, poste tra i dialoghi e incarnate da alcuni personaggi.
In Penny Dreadful, dunque, l’amore per la letteratura inglese si percepisce in ogni dialogo, in ogni parola accuratamente scelta e magistralmente interpretata dal cast.

In un primo momento può dare l’impressione di un disordinato puzzle letterario, con personaggi che entrano ed escono alla stessa velocità con cui noi spettatori voltiamo le pagine leggendo le loro stesse avventure. Però, mano a mano, ognuno di loro trova una propria dimensione in questo universo letterario e televisivo.

“There was something in the air in 1891 the world was changing. (…) They were on the cusp of the modern world with both the promise and the horror of what might be coming. (…) These writers (Stoker, Wilde, Stevenson) were able to ransmutate that anxiety that londoners felt about science, evolution, into stories about mystery and suspense and anxiety and I thought – wouldn’t be fascinating if I took the inspiration from Bram Stoker, Mary Shelley and Oscar Wilde and started mixing, melding these stories into one sort of new narrative? – (…) So much of my inspiration for writing
this show was really commit to exploring some of these iconic characters in a new way.”

La creatura del Dr. Frankenstein dona diversi spunti di riflessione sul dolore, il rifiuto e la non accettazione di sé; l’odio verso il proprio creatore che lo ha condannato alla vita, un dono che non gli ha mai chiesto e che è costretto ad accettare, a vivere in un mondo ostile. La creatura, interpretata da Rory Kinnear, assume diversi nomi durante lo svolgersi della narrazione: Calibano, il personaggio shakespeariano della Tempesta, John Clare, poeta inglese che, per spirito, possiamo dire affine al personaggio stesso della creatura di Frankenstein.

Il primo episodio della terza stagione, invece, coincide con la scomparsa del poeta Alfred Tennyson. Durante la narrazione, infatti, viene annunciata la sua fine prematura e Vanessa Ives, al termine dell’episodio, cita alcuni versi di Maud:


“Beat, happy stars, timing with things below,
Beat with my heart more blest than heart can tell.
Blest, but for some dark undercurrent woe
That seems to draw – but it shall not be so:
Let all be well, be well.”

Anche Il Paradiso perduto di John Milton gioca un ruolo fondamentale. L’opera viene spogliata della sua connotazione battagliera e va a riflettere i grandi dolori dell’esistenza umana, chiusa in una continua lotta tra ciò che vorrebbe essere e ciò che è. Non a caso la sua citazione ha luogo in un teatro, luogo per eccellenza delle maschere e degli inganni, gli stessi che caratterizzano il Lucifero miltoniano alla riconquista del paradiso perduto.

Il personaggio di Dorian Gray, simbolo dell’opera rappresentativa dell’epoca, riesce a comunicare perfettamente il senso di liquidità di sentimenti ed esperienze con cui tenta di riempire il vuoto che si porta dentro.

“Our version of Dorian Gray is somewhat different than Oscar Wilde’s. We want to explore eternity and its essential sadness. He fears human connection because of his unique state (…)”

Anche l’opera di Bram Stoker, Dracula, come nel caso del Paradiso perduto di Milton, riveste un ruolo fondamentale. A differenza di ciò che accade nel romanzo originale, in Penny Dreadful Mina compare molto meno, eppure non può essere definita un personaggio secondario poiché è proprio da lei, dalla sua scomparsa, che l’intera vicenda ha inizio. Si pone in aperta contrapposizione con il personaggio di Vanessa Ives e il contrasto tra luce e oscurità è sottolineato anche dalla scelta dei colori dei personaggi: il bianco e il nero.
Tra le differenze con l’opera originale, annotiamo anche il Dr. Stuart: qui è donna, incarnata infatti da Patti Lu Pone, sempre affiancata dal suo fedelissimo fonografo, protagonista con lei del capitolo 18 del romanzo, a cui lascerà in custodia tutti i suoi segreti.
Infine il demone protagonista del romanzo, in Penny Dreadful è antagonista non-antagonista, caratterizzato da un carisma che riscatta tutte le sofferenze di Vanessa Ives. Non viene percepito immediatamente come un essere malefico, a differenza del fratello Lucifero, ma anzi come un sincero amante che desidera semplicemente ricongiungersi con la donna che desidera.

“There’s a reason we’re still reading Frankenstein 200 years later, why Dorian Gray provokes our thoughts and Dracula still frightens us. They speak to something deeply human. I thought I just wanted to do a Frankenstein story, because it was such a disturbing work of art. But then I began to realize within a 10 years span, there was a great explosion of horror literature.”

I riferimenti però non sono solo di tipo poetico letterario, ma sono anche legati al mondo dei fumetti. È quasi palese il riferimento alla pluripremiata opera La lega degli straordinari gentleman di Kevin O’Neill e Alan Moore del 1999.
A differenza di diversi sceneggiatori e registi che hanno realizzato film ispirati alle graphic novel di Alan Moore, senza successo, John Logan percorre una via più sicura. Consapevole, forse, dei precedenti (e insoddisfacenti) lavori tratti dalle opere di Moore, confeziona un prodotto che si ispira alla graphic novel, ma non la segue, fa suo quel mondo dei penny dreadful e si lascia ispirare dalla Londra vittoriana di fine secolo.
È talmente evidente che, infatti, sono proprio quei pochi episodi ambientati nel vecchio west, nella terza stagione, a risultare meno efficaci.

Ispirandosi a quest’epoca, John Logan fa suoi anche tutti gli argomenti forti del periodo: la tisi, le condizioni di indigenza della maggior parte della popolazione, gli abusi nei manicomi e la xenofobia.

“This show is about how within all of us, we have secrets, we have demons. (…) The characters all have things within them that are note excepted, but they’re usually the very thing that empower them”.

Lascia un commento